Accademia delle Belle Arti: fondata dai Borbone.
Fondata da Carlo di Borbone nel 1752, con l’intento di “educare” i giovani aspiranti artisti era, fino a qualche decennio fa, l’unica accademia dell’Italia meridionale peninsulare. Originariamente “Accademia del Disegno” mosse i primi passi in alcuni locali situati vicino alla chiesa di San Carlo alle Mortelle, sotto la direzione del pittore di corte Giuseppe Bonito.
Sommario
Ma con il tempo l’interesse per le discipline artistiche aumento al punto che l’istituto di “Belle Arti” fu allocato nell’allora Regio Palazzo degli Studi (attuale Museo Archeologico MANN), per risolverne i problemi di spazio. In seguito, nell’ambito del programma di bonifica dell’area delle Fosse del Grano, fu stabilita la realizzazione di una nuova e più appropriata sede, utilizzando in parte le strutture sei-settecentesche del convento di San Giovanni Battista delle Monache.
Accademia delle Belle Arti: progettista e direttore dei lavori Errico Alvino.
l progetto è di Errico Alvino (1809-1876) – che, dal 1859, fu responsabile della Scuola di Architettura dell’Istituto – e costituisce uno dei più significativi lavori della sua carriera ed uno dei maggiori esempi di architettura napoletana dell’ottocento. I lavori, avviati nel 1864, saranno completati solo dopo la sua morte, dall’allievo Giuseppe Pisanti, autore del monumentale scalone (1880).
Il palazzo, pur inserendosi nella più generale tendenza neorinascimentale di quegli anni, si distacca molto dalle realizzazioni dell’epoca sia per l’esibizione del tufo campano nelle superfici degli esterni, sia per l’elegante sistema di modulazione dei prospetti, dominati da ampie superfici vetrate, funzionali anche alle esigenze degli atelier.
Accademia delle Belle Arti: dal 1752 ad oggi, fucina di artisti.
Attualmente , l’Accademia delle Belle Arti di Napoli forma circa millecinquecento studenti provenienti da tutta Italia, con una buona percentuale anche di studenti stranieri. L’ingresso principale è preceduto da una piccola rampa di scale ai cui lati ci sono due leoni di bronzo opera di Tommaso Solari. L’edificio al suo interno, oltre agli uffici ed alle aule, ospita oggi una notevole collezione di arte moderna, per buona parte formata dalle donazioni di vari artisti che hanno insegnato nell’Istituto, tra i quali Domenico Morelli e Filippo Palizzi.
Al suo interno ospita la Gipsoteca di Napoli, laboratorio didattico per eccellenza: luogo della formazione e della creazione per il disegno, il disegno per il restauro, l’incisione, la storia delle arti, l’anatomia, le tecniche della scultura, le tecniche della formatura, il restauro di stucchi e gessi. Luogo privilegiato anche per lo studio della storia dell’arte classica, medioevale e moderna, della museografia, della storia del collezionismo e della storia del restauro. I materiali sono classificati per temi e tipologie e i pezzi sono disposti lungo le pareti – anche se molte sculture sono su basi rotanti e mobili per agevolare eventuali spostamenti a fini didattici; il centro delle sale è, invece, vuoto per consentire ai giovani artisti spazi liberi, dove disegnare e studiare. Trovano posto anche una biblioteca ed un piccolo teatro.
Accademia delle Belle Arti di Napoli
via Santa Maria di Costantinopoli, 107
80138 Napoli
Per ulteriori informazioni: http://www.abana.it/it/
Redazione La napoletanità è uno stato dell’anima, un modo di intendere la vita, di ricordare, di amare, un’attitudine allo stare al mondo in modo diverso dagli altri. La napoletanità non è un pregio e non è un difetto: è essere “diversi” dagli altri, in tutto. Ecco noi ci sentiamo così. (definizione liberamente tratta da uno scritto di: Valentino Di Giacomo napoletano, classe 1982, redattore del quotidiano Il Mattino di Napoli) Leggi altri articoli dello stesso autore… |
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