Spagna. XVI secolo. Hernando Ruiz lotta per la sopravvivenza in un paese devastato dalle lotte tra cristiani e moriscos per la supremazia dell’unica religione e dell’unico Dio. Di religione musulmana, Hernando porta su di sè il marchio della cristianità: è frutto di una macabra unione, nato dallo stupro di sua madre da parte di un prete cristiano.
Le sue origini gli impediscono di essere accettato dagli altri moriscos: i suoi grandi e “cristiani” occhi azzurri lo rendono così diverso dagli altri bambini della sua comunità tanto da costituire un marchio di vergogna. Amato solo di nascosto dalla madre e ripudiato dal suo intero villaggio, Hernando impara a lottare fin da bambino per ottenere il rispetto degli altri e far valere la sua identità di musulmano.
Dalla giovinezza alla vecchiaia, il lettore accompagna Hernando lungo le tortuose strade della vita tra stenti, sofferenze e amori… La storia d’amore con Fatima e la fede sono i cardini della narrazione: quest’ultima è rilevante al punto da spingere il protagonista a lottare per tutta la vita pur di veder nascere la pace tra cristiani e musulmani.
“La Mano di Fatima” è un romanzo di ambientazione storica che appare sorprendentemente attuale: analizzando le vicende storiche più tragiche legate all’impossibile convivenza tra moriscos e cristiani Idelfonso Falcones non fa altro che mettere in scena conflitti ancora vivi; cambiano le azioni, i soggetti, le situazioni ma resta certa l’impossibilità di accettare l’altro come diverso da sé.
Persiste, ancora oggi, questa insormontabile barriera ideologica che non permette di andare oltre il pregiudizio, di spogliarsi delle proprie credenze per intravedere in chi ci è estraneo la possibilità di conoscersi e d arricchirsi di qualcosa che non si possiede. L’autore centra il punto quando scrive che viviamo in un mondo “di cui non sappiamo risolvere i problemi“: è evidente che oggi, come allora, milioni di persone soffrono per l’impossibilità di potersi esprimere in completezza, per il perdurare di condizioni che impongono l’accettazione di regole provenienti dall’alto, da chi ha nelle proprie mani il potere. Eppure non siamo tutti uguali dinanzi a Dio?
Nel romanzo “La Mano di Fatima” la realtà storica si intreccia alla fantasia e stimola a riflettere sul fanatismo, sull’intolleranza, sulla convivenza tra i popoli, affinché non vengano più commessi i tragici errori del passato, affinché ciascuno di noi agisca per amore della religione e della vita, ma imparando a rispettare entrambe pienamente.
Dr.ssa Sara Di Somma Psicologa clinica, esperta in counseling psicologico per adolescenti e supporto a donne vittime di violenza. Dal 2017 si occupa della conduzione del gruppo esperienziale della squadra di calcio femminile Dream team Arci Scampia e delle attività di supporto psicologico alle donne che si rivolgono al centro antiviolenza presso l’associazione Dream Team – Donne in Rete di Scampia. Ha esperienza nella progettazione sociale e nel lavoro di prevenzione tramite percorsi formativi su tematiche di pari opportunità, stereotipi e violenza di genere. Iscritta all’Ordine degli Psicologi della Regione Campania con il numero 4811 Leggi altri articoli dello stesso autore… |
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