La mia esperienza con il carcere femminile
La mia esperienza con il carcere è cominciata 5 anni fa, quando, da volontaria, ne ho varcato per la prima volta la soglia e non immaginavo ancora che questa esperienza mi avrebbe cambiato la vita. La Casa Circondariale Femminile di Pozzuoli è un piccolo mondo a sé, inserito nella realtà cittadina. Il tempo scorre lento, inesorabile. Un tempo prezioso per ogni detenuta in quanto rappresenta il percorso verso la restituzione della propria libertà. Ogni volontario che varca le porte del carcere, crede di entrare per “donare”, ma non immagina quanto questa idea sia sbagliata. Sono le detenute che arricchiscono noi volontari con le loro storie che non si leggono sui libri, perché spesso sono storie da nascondere, cancellare, dimenticare. È per questo motivo che Il Blog Di Giò, con la rubrica “Voci dal Carcere”, dedica spazio a queste donne, perché si sappia che dietro ad ogni reato c’è un percorso di profonda sofferenza; perché si sappia che la riabilitazione passa attraverso l’inferno e che noi volontari abbiamo il dovere di convincere ogni detenuta, anche la più scoraggiata, che esiste sempre una luce in fondo al tunnel.
Sommario
Il ruolo dei volontari e della pastorale carceraria diocesana
All’inizio incontravo le detenute solo alla messa domenicale. La parrocchia alla quale appartengo è inserita nella Pastorale carceraria diocesana e, una volta al mese, animiamo con i canti liturgici le celebrazioni religiose nella Casa Circondariale di Pozzuoli. Poi, dopo aver superato un iter burocratico, sono entrata a far parte dell’organizzazione come volontaria di sostegno. Ho la possibilità di accedere alla Casa Circondariale Femminile di Pozzuoli, quando voglio e di incontrare le detenute, anche singolarmente. Durante i colloqui raccolgo testimonianze, storie, riflessioni da pubblicare sul blog.
Comprendere il gesto e la rieducazione
Il vissuto che precede il reato è determinante per comprenderne il gesto. Guai a giudicarle!
Oggi, dopo l’esperienza vissuta, sono convinta che ogni persona “libera” potrebbe ritrovarsi in carcere. La difficoltà più grande è scardinare la diffidenza, convincerle che non esiste una seconda finalità al nostro interesse. Il “compatimento” della pena non può essere considerato in un’accezione “punitiva”, ma solo rieducativa.
Le attività e gli interessi nel carcere di Pozzuoli
Il carcere di Pozzuoli offre una ricchezza di attività ed interessi, grazie soprattutto all’opera di grandi professionisti, a partire dalla Direttrice: Maria Luisa Palma. Al suo interno è presente anche la cooperativa “Le Lazzarelle”, operativa nella torrefazione di caffè “Chicco Caffè“. È un locale di pochi metri quadri, ma adeguatamente attrezzato, al cui interno si trova una tostatrice, una macchina industriale che trasforma le varie miscele grezze in un prodotto di eccellente qualità. Un caffè che, per sapore e gusto non ha nulla da invidiare a quelli prodotti da grandi marchi del settore.
Auguro a tutti di vivere questa esperienza di volontariato e di donare una porzione del proprio tempo!
Giovanna di Francia Comunicare è una missione, ma anche una passione, come nel mio caso. Comunico con le parole, con la musica, con le poesie. Ho imparato a scrivere tenendo un diario già all’età di 5 anni e da allora non ho mai smesso di raccontarmi. I miei ricordi sono scritti di pugno, anche oggi nell’era digitale. Insegnante di scuola elementare (oggi scuola primaria); Laureata in Giurisprudenza e superato l’esame di Stato come avvocato; Iscritta all’albo dei giornalisti pubblicisti; Volontaria al carcere femminile di Pozzuoli. Creatrice e Animatrice del sito web: ilblogdigio.it Leggi altri articoli dello stesso autore… |
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Salve sono Maria sono stata detenuta 20 GG al carcere di Pozzuoli. E dopo questa esperienza ho capito che bisogna aiutare tutte le donne tutte perché un abbraccio e più importante di tante parole.