Finanziamenti europei finalmente messi in campo a favore della crescita consapevole e sostenibile. Autosufficienza energetica: Tilos, la prima isola totalmente rinnovabile che grazie all’energia solare ed a quella eolica riesce ad alimentare tutto il territorio. Un territorio di circa 63 chilometri quadrati, abitati da poco più di 300 persone, ma ricchissimo di biodiversità. Quasi tutta l’isola è una riserva naturale, dove vivono 150 specie di uccelli e 650 tipi di piante diverse.
Sommario
Tilos (Piscopi) un paradiso naturalistico e ora anche green.
La sorpresa viene dalla Grecia, più precisamente dall’isola di Tilos, che da gennaio 2020 è la prima isola del Mediterraneo ad essere alimentata completamente da energie rinnovabili. Vento e sole, chi meglio di un’isola greca può approfittarne?
L’isola di Tilos, anche conosciuta come Piscopi, nel Dodecaneso ellenico e con i suoi due soli centri abitati, è già un paradiso terrestre, e vive di una strana contraddizione per essere un’isola dell’Egeo: i residenti non hanno mai praticato la pesca, ma l’agricoltura. Una terra tranquilla, così come i turisti che la frequentano, proprio alla ricerca di pace e tranquillità, in un mare cristallino e lontani dal trambusto abituale delle città di origine e delle mete vacanziere più gettonate.
Ora, grazie ad un progetto europeo, questa piccola isola greca ha raggiunto l’autosufficienza energetica, grazie esclusivamente alle fonti rinnovabili. Un enorme parco fotovoltaico e un generatore eolico nella parte settentrionale dell’isola riescono a soddisfare il fabbisogno energetico precedentemente soddisfatto dalla linea elettrica sottomarina che fa capo alla centrale elettrica diesel installata presso la vicina isola di Kos. Il collegamento con la centrale elettrica, che ora interviene solo in caso di necessità, è stato sempre poco stabile creando disagi sia ai residenti che ai turisti. Blackout frequenti, specialmente nel periodo estivo che provocavano danni anche alle apparecchiature elettriche, tanto che molti abitanti si erano dotati di generatori elettrici autonomi che da un lato garantivano una più efficiente fornitura di energia elettrica, dall’altro creavano una ulteriore fonte di inquinamento con emissioni dannose per il clima ed in più a costi molto elevati.
Un progetto replicabile di autonomia energetica e ecologica.
Tilos non è certo la prima realtà a sperimentare la transizione verso l’energia pulita, ma è l’unica al momento ad essere alimentata al 100% da fonti rinnovabili e presenti sull’isola stessa (una turbina eolica da 800 kilowatt, un grande parco fotovoltaico e due batterie per accumulare e gestire l’energia, che garantiscono l’effettivo e totale approvvigionamento energetico). Un isola piccola, lontana dal turismo di massa ma da sempre all’avanguardia e non solo sui temi ambientali.
Prima isola greca ad acconsentire alle unioni civili; esempio di integrazione con la promozione di attività agricole e biologiche che inglobano migranti e abitanti dell’isola; la prima a promuovere l’abolizione della caccia per la protezione delle 150 specie protette di uccelli, Un’isola, Tilos, che con molti anni di anticipo sulle rinnovate spinte ecologiste degli ultimi tempi aveva già pianificato un sistema indipendente per l’approvvigionamento energetico, e che ha dovuto attendere lo stanziamento di fondi europei vista la grave situazione delle finanze del governo centrale greco. Un progetto in cui si prevedeva il coinvolgimento di tutta la popolazione isolana, perché ai metodi innovativi ed ecologici di produzione energetica si debbono affiancare comportamenti e usi maggiormente consapevoli per ottimizzarne le risorse.
Ottenere i fondi da un “Horizon 2020”, il programma europeo dal riconosciuto valore scientifico e innovatore, non è stata cosa semplice ma ipotizzare un’autonomia energetica e ecologica ha dalla sua l’ambizione dell’obiettivo e la replicabilità dello stesso con la mira di esportarne il modello una volta a regime. Pensiamo alle altre isole dell’arcipelago ellenico o della Sicilia, a quelle dell’arcipelago Toscano o a quelle più vicine a noi come Procida, Ischia e Capri: realtà già forti del turismo tradizionale ma che potrebbero trasformarsi in pioniere del turismo consapevole ed intelligente, vincendo le ritrosie di una burocrazia lenta e degli interessi economici politici che si nascondono dietro al mercato energetico.
Isole che presentano le medesime caratteristiche: superficie non molto estesa e popolazione contenuta che però va ad incrementare esponenzialmente in alta stagione con l’arrivo dei turisti (da 400 a 3000 nel caso di Tilos). Non a caso Salina, Favignana e Pantelleria sono le sole isole italiane, tra le 26 selezionate, per accedere allo sportello europeo comune “Clean Energy for Eu Islands Secretariat“. Un sostegno tecnico e di consulenza, cui fine è lo sviluppo di un sistema di monitoraggio per la redazione di un’Agenda per la transizione energetica. Valutazioni che potrebbero permettere, come accaduto nel caso di Tilos, di sovvenzionare questi ambiziosi obiettivi con finanziamenti comunitari (cofinanziamento all’80%: 11 milioni di euro su un costo totale di 13,7 milioni). Il Politecnico di Torino con il suo Energy Center è già al lavoro da alcuni anni per la sperimentazione di dispositivi che sfruttino l’energia del moto ondoso.
Il “TILOS – Technology Innovation for the Local Scale Optimum Integration of Battery Energy Storage” ha aggiunto quel qualcosa in più che ha garantito l’approvazione del progetto in sede di Commissione Europea, e questo qualcosa in più è il suo sistema di autoregolazione. Con batterie ad alta tecnologia, di manifattura italiana (elemento di cui essere orgogliosi), l’adattamento anche ai picchi di consumo estivi è assicurato.
Come? Le batterie possono immagazzinare e conservare l’energia in eccesso. L’energia accumulata nelle giornate ventose e a forte insolazione viene rilasciata nei giorni in cui la domanda è particolarmente alta.
I contatori domestici sono ultra smart, calcoleranno il fabbisogno di ogni nucleo familiare trasmettendo l’informazione in tempo reale alla centrale che con algoritmi e calcoli, che non sono qui a riportarvi, sapranno veicolare la quantità di energia eolica e solare sufficiente, e prevedere e gestire i picchi di consumo. Nelle ore di maggiore congestione autonomamente il sistema chiuderà le tre pompe dell’acqua sull’isola per riaccenderle durante la notte.
Ogni volta che si discute della produzione di energia green si ergono sempre “a singolar tenzone” le due tesi contrapposte: quelle dei sostenitori di queste nuove tecnologie di produzione ecologica e spesso, proprio tra gli stessi ecologisti, le tesi più oltranziste sulla rovina del panorama causato dai parchi eolici o da quelli fotovoltaici.
Bisogna però ricordare anche coloro ai quali le turbine elettriche piacciono perché costituiscono un’attrazione turistica; al punto che l’associazione Legambiente ha pubblicato una guida dei parchi eolici italiani: i parchi del vento proprio per invitare i turisti alla scoperta dei territori dove sono installati, spesso zone dal grande fascino, dove è possibile apprezzare le moderne macchine del vento, uno dei laboratori più interessanti della transizione energetica.
Per concludere.
Dovremmo tutti imparare dalle buone pratiche messe in campo dal piccolo ma innovativo paradiso terrestre di Tilos, per passare dalle parole ai fatti rispetto alla tanto citata transizione ecologica necessaria per contrastare i cambiamenti climatici. Complimenti!
Redazione La napoletanità è uno stato dell’anima, un modo di intendere la vita, di ricordare, di amare, un’attitudine allo stare al mondo in modo diverso dagli altri. La napoletanità non è un pregio e non è un difetto: è essere “diversi” dagli altri, in tutto. Ecco noi ci sentiamo così. (definizione liberamente tratta da uno scritto di: Valentino Di Giacomo napoletano, classe 1982, redattore del quotidiano Il Mattino di Napoli) Leggi altri articoli dello stesso autore… |
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