Il Lago d’Averno, uno degli angoli più suggestivi dei Campi Flegrei, sta affrontando un serio problema ecologico a causa della presenza della tartaruga americana Trachemys scripta. Originaria degli Stati Uniti sudorientali e del Messico, questa tartaruga è stata introdotta in Europa come animale domestico. Tuttavia, quando diventa difficile da gestire, molti proprietari la abbandonano nei laghi, come il Lago d’Averno, ignorando le conseguenze per l’ecosistema locale. Oggi, il lago è in pericolo, con flora e fauna minacciate dall’invasione di questa specie.
Sommario
La minaccia della testuggine americana
La Trachemys scripta, nota anche come la “tartaruga dalle orecchie gialle“, è diventata una delle specie invasive più problematiche in Europa. La sua grande adattabilità le permette di vivere in diverse condizioni ambientali, sopravvivendo anche in acque di scarsa qualità. Inoltre, ha una dieta onnivora e predatoria: mangia piante, piccoli pesci e le uova degli uccelli acquatici, causando un calo significativo della fauna locale. Il rapido tasso di riproduzione di queste testuggini, unito all’assenza di predatori naturali, permette alla loro popolazione di crescere rapidamente, aggravando l’impatto sull’ambiente.
L’impatto della testuggine dalle orecchie gialle sull’ecosistema del Lago d’Averno
La presenza della tartaruga americana ha alterato l’equilibrio ecologico del Lago d’Averno. Le tartarughe dalle orecchie gialle competono per le risorse con le specie autoctone di rettili e anfibi, quali il tritone e la raganella italiani. Inoltre, scavano nel fondale fangoso, distruggendo la vegetazione subacquea che è essenziale per l’habitat dei pesci e degli invertebrati autoctoni. Un comportamento, quello dello scavare il fondale fangoso, che aumenta la torbidità dell’acqua e può portare a fenomeni di eutrofizzazione, riducendo l’ossigeno disponibile e compromettendo la salute dell’ecosistema. Per completare il quadro poco positivo finora decritto, la tartaruga americana può anche essere portatrice di agenti patogeni, diffondendo malattie sconosciute alle specie locali già vulnerabili.
Iniziative dell’Ente Parco per il controllo della testuggine americana
L’Ente Parco Regionale dei Campi Flegrei ha avviato un piano per contenere la diffusione della tartaruga americana. Gli esperti monitorano regolarmente il lago ed utilizzano trappole specializzate per catturare le tartarughe senza danneggiarle. Gli esemplari catturati, poi, vengono trasferiti in centri di recupero, seguendo protocolli etici e rispettosi delle normative europee. L’ente sta anche collaborando con università e centri di ricerca per studiare il comportamento della Trachemys scripta e sviluppare strategie di gestione basate su dati scientifici. Sono state avviate anche delle campagne di sensibilizzazione per informare il pubblico sui rischi dell’abbandono degli animali esotici e per educare la comunità su come comportarsi correttamente.
Il problema dell’abbandono domestico di animali esotici
Uno dei principali motivi per cui la testuggine americana è diventata così diffusa è certamente l’abbandono domestico. Venduta in passato come piccolo animale domestico, la Trachemys scripta ha la caratteristica di crescere rapidamente e di richiedere cure speciali, diventando difficile da gestire per molti proprietari. Quando viene liberata nei laghi, si adatta facilmente e prospera, ma a scapito dell’ecosistema preesistente. Un comportamento, quello dell’abbandono domestico, che non solo mette a rischio la biodiversità, ma che è anche illegale, infatti sia le normative italiane che quelle europee vietano la vendita e l’abbandono di questa specie, prevedendo sanzioni per i trasgressori.
Cosa possiamo fare in quanto cittadini per proteggere il Lago d’Averno
Il contributo dei cittadini è fondamentale per proteggere il Lago d’Averno, ecco alcuni suggerimenti:
- Non acquistare tartarughe esotiche: evita l’acquisto di animali esotici senza essere consapevole delle loro specifiche esigenze e delle implicazioni ambientali in caso di abbandono domestico.
- Segnalare avvistamenti: se vedi una tartaruga americana nel lago, avvisa subito le autorità locali o l’Ente Parco. Le segnalazioni aiutano a monitorare la diffusione della specie e ad intervenire rapidamente.
- Partecipare al volontariato ecologico: unisciti ai gruppi di volontariato che organizzano attività di pulizia e monitoraggio del lago. Questo tipo di partecipazione attiva contribuisce a preservare l’ecosistema ed a sensibilizzare la comunità.
- Educare e sensibilizzare: parla con amici e familiari dell’importanza di non liberare animali esotici in natura e dei danni che possono causare. L’educazione è uno degli strumenti più potenti per prevenire futuri abbandoni.
- Supportare le iniziative di conservazione: sostieni le campagne ed i progetti di tutela ambientale attraverso donazioni o adesioni a organizzazioni locali che lavorano per proteggere il Lago d’Averno.
Considerazioni finali sul caso della tartaruga americana
Il caso della tartaruga americana al Lago d’Averno è un esempio di come una scelta impulsiva e apparentemente innocua, come l’acquisto di un animale domestico esotico, possa trasformarsi in un problema ambientale significativo. La Trachemys scripta ha messo a dura prova la biodiversità del lago, ma con la collaborazione tra istituzioni, cittadini e ricercatori, è possibile mitigare il danno e ripristinare l’equilibrio ecologico.
È fondamentale che ciascuno di noi prenda consapevolezza del problema e faccia la sua parte, il futuro del Lago d’Averno dipende dalle nostre azioni di oggi. Ogni segnalazione, ogni volontario ed ogni piccolo gesto di responsabilità può fare la differenza ed è solo con l’impegno collettivo che possiamo sperare di preservare questo angolo di natura per le generazioni future.
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Redazione La napoletanità è uno stato dell’anima, un modo di intendere la vita, di ricordare, di amare, un’attitudine allo stare al mondo in modo diverso dagli altri. La napoletanità non è un pregio e non è un difetto: è essere “diversi” dagli altri, in tutto. Ecco noi ci sentiamo così. (definizione liberamente tratta da uno scritto di: Valentino Di Giacomo napoletano, classe 1982, redattore del quotidiano Il Mattino di Napoli) Leggi altri articoli dello stesso autore… |
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