Grazie al fascino e alla vivacità degli abitanti napoletani nonché all’inventiva ed alla creatività dei suoi artigiani, la celebre strada di San Gregorio Armeno, ormai meglio nota come la via dei presepi di Napoli, è famosa in tutto il mondo. Chiamata, in origine, “platea nostriana” perché il quindicesimo vescovo di Napoli, San Nostriano, vi costruì le terme per i poveri, assunse un tono religioso, con la costruzione, da parte del vescovo Agnello, della basilica dedicata a San Gennaro, una chiesa ancora oggi visitabile nonostante abbia subito continui restauri e notevoli modifiche nel corso dei secoli.
Sommario
La strada fu, successivamente, ribattezzata con il nome attuale quando nella omonima chiesa, San Gregorio dell’Olmo, furono deposte, dalle monache armene, le spoglie di San Gregorio.
San Gregorio Armeno era l’antico cardine di epoca romana che collegava i due decumani (maggiore e inferiore) e, con il passare degli anni, ha conservato la vitalità che da sempre caratterizza quest’area della città di Napoli, essendo luogo di interesse artistico-culturale di rilievo (è stata area dell’agorà in epoca greca e del macellum in epoca romana ed oggi sono davvero tanti gli affascinanti monumenti presenti nel borgo) e via di collegamento del centro antico di Napoli con le altre arterie viarie principali (via San Biagio del Librai, Vico Figurari, ecc…): un’area abitualmente percorsa da ogni cittadino napoletano, soprattutto nel periodo delle festività natalizie. In via San Gregorio Armeno esiste, infatti, un’elevata concentrazione di attività artistiche e commerciali ma, quelle che lavorano alla realizzazione di presepi e pastori artigianali fatti a mano sono certamente le botteghe più note, numerose e che tanta fama hanno regalato a questa strada napoletana.
Presepe napoletano: San Gregorio Armeno
Il presepe ha origine antichissime e anche la tradizionale arte napoletana con sede a San Gregorio Armeno, della realizzazione artigianale del presepe, affonda le proprie radici in secoli di storia: si racconta, infatti, che in epoca classica, proprio in questa strada, esistesse un tempio dedicato a Cerere, dove i cittadini fedeli offrivano come ex voto piccole statuine di terracotta, già allora fabbricate nelle botteghe vicine (sulle rovine di tale tempio sarebbe stato edificato il Complesso di San Gregorio Armeno).
Anche a vico Figurari i grandi maestri artigiani napoletani del passato costruivano statue ad altezza naturale, scolpite in legno di sicomoro. Artigiani, che venivano spesso ammoniti da Padre Rocco, fidato consigliere del re Carlo III di Borbone, che volendo diffondere a tutto il popolo l’usanza del presepe, spronava gli artigiani affinché continuassero a lavorare, ma senza utilizzare lo stile roccocò, che all’epoca era di moda.
Nel tempo, l’usanza del presepe si è davvero estesa com’era desiderio di Padre Rocco: il fascino delle botteghe colme di statuette in terracotta, case di sughero e accessori minuti (fontane, tavoli, cascate e varie) e la passione che ancora oggi caratterizza il lavoro degli artigiani, veri artisti del presepio, ha reso il piccolo borgo di San Gregorio Armeno il cuore della tradizione dell’arte presepiale a Napoli. Ed oggi grazie al web le statuette di San Gregorio Armeno sono anche on line.
Nel periodo delle festività natalizie, quando i napoletani si dedicano ai nuovi acquisti per il presepe o semplicemente si mescolano ai turisti per ammirare le ricche botteghe e gli artigiani all’opera, è raro riuscire a passeggiare liberamente nell’area di San Gregorio Armeno: schiere di curiosi e turisti si accalcano davanti alle botteghe, affascinati dalla manifattura dei presepi e dalla maestria e dalla cura del dettaglio con cui i pastori ed altri elementi scenografici sono realizzati. Anche se, bisogna dirlo, la secolare storia del presepe napoletano attende tutti i giorni di essere ammirata, qui a San Gregorio Armeno: qui, in queste viuzze del centro storico di Napoli, è Natale ogni giorno dell’anno e ogni giorno si rinnova l’antica storia di San Gregorio Armeno.
Redazione La napoletanità è uno stato dell’anima, un modo di intendere la vita, di ricordare, di amare, un’attitudine allo stare al mondo in modo diverso dagli altri. La napoletanità non è un pregio e non è un difetto: è essere “diversi” dagli altri, in tutto. Ecco noi ci sentiamo così. (definizione liberamente tratta da uno scritto di: Valentino Di Giacomo napoletano, classe 1982, redattore del quotidiano Il Mattino di Napoli) Leggi altri articoli dello stesso autore… |
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