A Napoli festeggiare Ferragosto è d’obbligo: è una tradizione che si porta dietro mare, sole, scampagnate varie e falò sulla spiaggia.
L’unica regola per il 15 agosto è scappare a gambe levate dalla calura cittadina. Per questo la città, a Ferragosto, è deserta: pochissime le macchine in strada, quasi nullo il vociare di bambini e passanti. Eppure c’è sempre chi, per un motivo o per un altro, è costretto a restarvi, a sfidare caldo, solitudine e tradizione. E quando una delle città più caotiche d’Italia si trasforma d’improvviso in un posto solitario, chi resta se ne sta nascosto in casa o, con più coraggio, sfida il caldo per una passeggiata solo per godersi la città stranamente vuota, in cui a regnare, per almeno un giorno su 365, non è il solito caos, ma un po’ di tranquillità.
In un’atmosfera surreale come quella che caratterizza Napoli nel giorno di Ferragosto, tutto può accadere: anche la visita di una curiosa vecchietta che decide di visitare la città. L’anziana donna, cui Gaetano Amato dà vita, vi manca da tempo e viene da molto lontano, accompagnata da un uomo che ella soltanto è in grado di vedere. E’ la Morte in persona, triste protagonista della vita di tutti noi, che viene in visita a Napoli; cinica, orgogliosa e perfida al punto da difendere il proprio orgoglio mettendo in pericolo la vita di due bambini, colpevoli di averla offesa con la classica imprecazione napoletana mannaggia ‘a morte!
Tante le vite e le storie che si intrecciano in questo racconto di Ferragosto; del resto Amato mette in parole la “sua” Napoli, descrivendone le eterne e paradossali contraddizioni: la gioia dei bambini e la disperazione degli adulti; il vivere e il sopravvivere; il bene e il male. Napoli, insomma, è una città speciale dove può accadere di vedere la Morte mandata in pensione, dopo aver preso un gelato al bar con due scugnizzi e un povero disperato, ricevere da un angelo camuffato da farmacista la sestina vincente del superenalotto, proprio quando sta meditando di suicidarsi per salvare la moglie malata.
In questa favola napoletana, un po’ noir e un po’ no, fantasia e realtà sfumano costantemente l’una nell’altra e sembra proprio di vederli lì, in Paradiso, Dio e la sua squadra di angeli lavorare duramente per l’umanità.