Inganno, tradimento, mistero per un classico intramontabile…
Choderlos de Laclos può tranquillamente definirsi il genio del romanzo epistolare, autore di un capolavoro unico nel suo genere.
“Le relazioni pericolose” apre uno scorcio sul microcosmo nobiliare della settecentesca corte francese, mostrandone, attraverso il carteggio privato di “due libertini senza scrupoli”, l’autentica natura meschina e corrotta.
Laclos denuncia così, con una cronaca romanzata del suo tempo, tutto il marcio che si nasconde dietro gli sfarzi di lussuose feste danzanti, abiti baroccamente vistosi, di volti maestosamente incipriati… denuncia scandalosa, in quanto decisamente verosimile, che costò all’autore l’indignata disapprovazione dell’intera nobiltà francese.
Eppure il genio di Laclos va ben al di là di quanto gli ottusi nobili parigini furono in grado di scorgere: con sottile ingegno, egli ha creato due personaggi che difficilmente il lettore potrà cancellare dalla memoria e che, nonostante la comprovata perfidia, difficilmente riuscirà a non amare.
Sarà forse il sarcastico, palese sadismo con cui si scambiano confidenze e consigli su come adescare, con diabolica maestria, anche le anime più rette ad ammaliare il lettore? O forse il fascino della malvagità fine a sé stessa, l’inconscia consapevolezza che essa si cela, se pur remotamente, nell’ancestrale natura di ogni essere umano?
Il lettore non può che restare inspiegabilmente affascinato da due figure sicuramente deplorevoli, probabilmente detestabili, quello più intraprendente riesce addirittura a sorridere dinanzi alle loro ingegnose trovate per arrecar danno e assistere, come avidi spettatori e insieme registi impeccabili, all’irrimediabile rovina altrui… e chi può negare con assoluta certezza che, in fondo, non fosse appunto questo il recondito, incompreso, lungimirante scopo di Laclos?!
Avvincente, quanto mai attuale, irrinunciabile nella biblioteca di ogni lettore: col suo perfetto intreccio epistolare, “Le relazioni pericolose” cattura chi lo legge nella sua fitta trama di intrighi, la stessa nella quale rimangono impigliate, come mosche con la tarantola, le vittime dei due protagonisti, a testimonianza di quanto una relazione sbagliata possa essere pericolosa.
Giuliana Gugliotti Paolo Maurensig ha scritto: “Sono solo un appassionato, un melomane. La musica è la mia consolazione. Quest’arte […] assomiglia all’idea che mi sono fatto della vita”. Sostituite la parola “letteratura” alla parola “musica” e avrete una esaustiva descrizione di me. Leggi altri articoli dello stesso autore… |
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